L’Orco, ma anche il mostro, il gigante, il drago, il lupo, la matrigna gelosa, i fratelli malvagi e le sorellastre: qual è la funzione e quali sono le caratteristiche di queste figure nelle fiabe? Ne parlerà, nella serata dei Giovedì al Museo del 13 aprile alle ore 21, il Professor Carlo Lapucci, fra i maggiori folkloristi italiani, durante la conferenza L’Orco e l’arte di fare il cattivo.
È possibile assistere all’incontro, organizzato dal Museo Italiano dell’Immaginario Folklorico, sia in presenza, presso la sede del Museo, che online, prenotandosi al link: http://bit.ly/aprile23museo
L’Orco accompagna ormai da millenni l’immaginario della civiltà occidentale, della quale è divenuto un ospite fisso e un caposaldo. Vive nelle metafore del linguaggio comune, rappresenta un termine di paragone: voce da Orco, mangia come un Orco, russa come un Orco, ecc. L’intervento del Professor Lapucci traccerà un’immagine della figura dell’Orco nella fiaba e nel folklore, in cui ha la funzione fondamentale d’incarnare il male, insieme a molte delle figure a lui simili, che spesso sono solo Orchi in riusciti travestimenti. Non esiste, infatti, un tipo preciso di Orco, ma diverse figure e tipologie, che però possono essere ricondotte alla configurazione sostanziale dell’Orco, con elementi e particolari diversi. Molto si è discusso se l’Orco sia una figura che nella fase educativa costituisca o meno un elemento perturbante al punto da causare traumi infantili. Premesso che non è possibile costruire una fiaba senza il negativo, il gioco richiede di per sé una serie di emozioni e di ansie, come le prevede la vita. Nella nostra tradizione l’Orco esiste per essere vinto: l’educazione alla vita consiste non nell’evitare la paura, ma nel dominarla e vincerla: in questo l’Orco ha fatto sempre bene il suo mestiere, morendo al momento opportuno.
Carlo Lapucci (1940) vive a Firenze dove si occupa di letteratura, linguistica e tradizioni popolari. Ha lavorato e collaborato con diverse case editrici; ha partecipato come esperto alla trasmissione di Radiodue: La luna nel pozzo, ed è stato l’autore delle serie: I verdi giardini della memoria e Cose dell’altro mondo. Vastissima è la sua produzione in campo letterario: ha esordito nel 1960 con una scelta di poesie presentate da Nicola Lisi su L’Approdo letterario, a cui sono seguite numerose altre raccolte di versi. Ha pubblicato in seguito i romanzi Itinerario a Vega; L’uomo di vetro e La pianura e altri racconti, per il quale ha avuto il Premio il Ceppo nuovo autore. Tra le numerose opere di linguistica e di tradizioni popolari si segnalano: Dizionario dei modi di dire della lingua italiana; il Dizionario dei proverbi italiani, Fiabe toscane; Indovinelli italiani; I proverbi dei mesi. Particolare attenzione ha dedicato al teatro, sia in proprio Teatro a buon mercato, che scrivendo libretti per rappresentazioni di Bruscelli, L’ultima pubblicazione è L’Arca di Noè. Bestiario popolare (Graphe Edizioni, 2022). Ha ricevuto i premi Fiorino d’Oro alla carriera (2018) e il Premio Casentino per la letteratura (2020).
Info: Museo Italiano dell’Immaginario Folklorico
Via Ducale 4, San Michele – Piazza al Serchio – Lucca
Cell. 351 952 7312 – E.mail info@museoimmaginario.net